domenica 30 marzo 2014

Non solo film

I filmati di Jacopo sono stati fondamentali negli scorsi anni per conoscerlo meglio, per guardarlo in altri ambienti e in relazione ai suoi pari. Per me è stato molto importante guardarlo e riguardarlo a distanza.

A posteriori, mi sento di invitare i genitori a filmare e a postare ciò che vogliono condividere del proprio figlio. Condividiamo la quotidianità. Usciamo dall'eccezionalità di quelle persone nella condizione dello spettro autistico a cui tanto dobbiamo per la conoscenza che ci hanno donato e partecipiamo alla narrazione. Comincio io... :-)

Questo è Jacopo alla scuola dell'infanzia nel 2011. In quel periodo si dormiva poco e Jacopo cominciava a sentire il sonno mancante. Se poi ci mettete la musica e la pittura...


mercoledì 25 dicembre 2013

Auguri dall'officina di Jacopo

Ancora una volta usufruiamo dei simboli ARASAAC per farvi i nostri migliori auguri!


domenica 15 dicembre 2013

Un albero Jacopo-compatibile

Oggi abbiamo fatto l'albero di Natale. Come ogni anno mi sono spremuta preventivamente le meningi  per trovare soluzioni decorative in grado di resistere alla manipolazione e/o essere ripristinate senza eccessive perdite di tempo. Entrambe le caratteristiche sono anche garanzia di contenimento del danno e del pericolo in caso di caduta albero (...).
Decorazione
Quest'anno, l'idea Jacopo-compatibile e' stata la decorazione in tulle, che potete vedere in foto. Ieri sera ho fatto delle prove che non mi hanno convinto allora ho solo montato l'albero e ho rimandato la realizzazione creativa a oggi. Quando mi sono svegliata, ho trovato una prima decorazione provvisoria ad opera di Jacopo, che l'ha cosparso di pezzettini di carta. Per la serie: a tutto io devo pensare!

Prima decorazione by Jacopo
Il tulle e' stato molto gradito: da' un bell'effetto soffuso con le luci, e' morbido da toccare e il fiocco si ricompone abbastanza velocemente ;). La parte da leone la fanno le luci a led (che possono essere toccate senza scottarsi e non si rompono come quelle bellissime serie che sono cadute inesorabilmente vittima del nostro eroe).
Abbiamo aggiunto qualche personaggio e qualche pacchetto (eredità Jacopo-compatibile dello scorso anno) che Jacopo stesso mi ha portato perché li appendessi.
In tutto questo, Aurora srotolava e tagliava il tulle. Con calma e serenità.
Il risultato e' qui sotto. E ora ci tocca la ben più difficile missione: presepe Jacopo-compatibile! Ma domani e' un altro giorno...
Risultato finale

mercoledì 27 novembre 2013

Giocare insieme

due bambini che giocano e un terzo guarda
Ogni Babbo Natale ha il suo bel da fare a cercare i giochi più graditi ai piccoli destinatari, ma una Mamma Natale ;-) che deve fare i conti con i bisogni educativi speciali del proprio figlio deve ingegnarsi un po' di più per riuscirci e non deve demordere riservando le energie a qualcosa di apparentemente più... "utile".

Come dico spesso (ringraziando per questo insegnamento il papà di Jacopo che un giorno - esasperato - mi chiese perché non si potevano comprare anche giocattoli "per giocare" e non solo "per imparare"),  l'aspetto ludico della vita dei bambini con una qualche disabilità viene troppo spesso trascurato come se non ne avessero diritto anche loro.

Un po' come per la comunicazione, una volta che abbiamo garantito l'espressione delle necessità essenziali, tutta quella "comunicazione accessoria" di cui le nostre relazioni umane e sociali si nutrono diventa un lusso destinato a pochi. E questo non deve succedere, né per il gioco né per la possibilità di comunicare.

Tornerò sull'argomento scelta/modifica giocattoli un po' più in là (spero), con un post specifico che ho cominciato a scrivere un po' di tempo fa. Oggi mi interessa annunciare il regalo che l'Officina vuole fare a tutti i grandi e i bambini che ci leggono per questo Natale: la versione italiana del domino realizzato da Carmen Fernández Cacho con i pittogrammi disegnati da Sergio Palao per ARASAAC.

Stampandola su cartoncino e plastificandola, potrete avere un bel gioco da tavolo da utilizzare in classe e a casa, in maniera da favorire la relazione con i pari (ma anche con gli adulti che ti chiedono. "Ma come posso giocare con lui/lei?") e far sperimentare l'utilizzo dei pittogrammi anche a chi non li usa per comunicare.

In questa maniera, si può scoprire come la +s che c'è in alto a destra di alcune immagini rappresenta il plurale e, magari, lo si riconoscerà più facilmente quando lo si vedrà in un testo scritto in simboli o in una tabella di comunicazione.

Insomma. non ci dimentichiamo che senza partecipazione non c'è comunicazione e senza comunicazione non c'è inclusione... ma che ve lo dico a fare? Se siete qui a leggere, vuol dire che almeno un po' la pensate come noi. Qui sotto trovate i link ai pdf da stampare. Buon divertimento!


sabato 16 novembre 2013

Io sono... Jacopo

In un periodo in cui si parla di didattica inclusiva per massimi sistemi, senza preoccuparsi troppo di spiegare realmente di cosa si parla né di quali risorse e competenze ci vogliano per modificare/adattare/semplificare/personalizzare metodologie e materiali, noi dell'officina abbiamo fatto (e continuiamo a fare) qualche esperimento.

Uno di questi è stato la trasformazione di una semplice scheda (compresa tra le prove di ingresso per la prima), in cui il/la bambino/a "con sviluppo nella norma" avrebbe dovuto rappresentarsi con un disegno e completare la frase "IO SONO..." con il proprio nome. Ovviamente un bambino non verbale, che non disegna e non scrive ancora (per di più autistico), non può usufruire in nessuna maniera di una prova strutturata in questo modo, però è interessante capire come sia possibile trasformarla in maniera che il formato e gli obiettivi siano adeguati a modalità percettive e a stili di apprendimento specifici.

La scheda iniziale era questa

 e noi l'abbiamo trasformata in quello che vedete sotto. Scoprite le differenze ;)

martedì 29 ottobre 2013

Fare squadra...

Immagine: ARASAAC
Come scrivevo nel post precedente, nei momenti di debolezza, Jacopo interviene sempre in mio soccorso facendomi un regalo che asciuga le lacrime e prosciuga i dubbi. Oggi me ne ha fatto uno enorme: mi ha salutato per la prima volta spontaneamente.

Sono entrata nella stanza di Luigia per portarlo via, mi ha guardato fisso negli occhi e mi ha fatto ciao con la mano.

E con la mente sono tornata a quella sera, a quel foglio passatomi da chi mi stava mostrando la strada, a quel "potere della comunicazione" da scoprire che spiccava a lettere maiuscole, così lontano e irraggiungibile...

Che un semplice ciao potesse provocare un tale tuffo al cuore, nella vita prima di Jacopo, non lo avrei mai pensato.

venerdì 25 ottobre 2013

La pizza porta consiglio...

Io e Jacopo abbiamo passato molti momenti difficili insieme. Momenti in cui eravamo soli, io e lui. Magari perché ricoverati in qualche ospedale lontano centinaia di chilometri da casa o perché non c'era nessuno che potesse aiutarmi in quel momento anche se ne avrei avuto bisogno...
Ho dovuto prendere tante decisioni per lui senza avere sempre la possibilità di confrontarmi, chiedere consiglio e aiuto.
Non sempre la vita e le circostanze te lo permettono.
Come dico spesso, Jacopo è la mia forza e la mia debolezza. Mi rende debole perché lui è la mia carne viva, esposta senza alcuna protezione agli urti inconsapevoli di passanti frettolosi. Mi rende forte perché sono il suo scudo.
Lo scudo di una persona che non parla ma comunica. Una comunicazione in cui siamo entrambi alla pari: lui impara, io imparo.
Nei momenti di debolezza, lo scudo si attiva perché facciamo squadra. Come quando mangiamo la pizza.
Quando era più piccolo, Jacopo la mangiava sempre con piacere. Poi, come è capitato con altri alimenti, è scomparsa dalla sua dieta.
La prima volta che abbiamo condiviso il mangiare una pizza con gusto e voracità è stato al Besta di Milano dopo qualche giorno di digiuno: lui non gradiva i pasti ospedalieri e io non riuscivo a scendere giù in mensa perché non sapevo a chi lasciarlo. Una sera sono riuscita ad entrare in uno di quei giri clandestini di mamme che, la sera tardi, si ordinavano la pizza per fare due chiacchiere dopo aver messo a dormire i bambini. (Per la cronaca, io andavo a dormire sempre insieme a Jacopo perché se volevo lavarmi dovevo alzarmi all'alba e se si svegliava di notte, dovevo uscire dalla stanza per non disturbare i vicini di letto. E poi alle 8.00 già non mi reggevo in piedi...)
Comunque sia, quella pizza è ancora viva nei miei ricordi.
Anche stasera ce ne siamo mangiata una. O, meglio, ne abbiamo condivisa una. Un segnale? Un déjà vu? Comunque facciamo squadra.