mercoledì 27 novembre 2013

Giocare insieme

due bambini che giocano e un terzo guarda
Ogni Babbo Natale ha il suo bel da fare a cercare i giochi più graditi ai piccoli destinatari, ma una Mamma Natale ;-) che deve fare i conti con i bisogni educativi speciali del proprio figlio deve ingegnarsi un po' di più per riuscirci e non deve demordere riservando le energie a qualcosa di apparentemente più... "utile".

Come dico spesso (ringraziando per questo insegnamento il papà di Jacopo che un giorno - esasperato - mi chiese perché non si potevano comprare anche giocattoli "per giocare" e non solo "per imparare"),  l'aspetto ludico della vita dei bambini con una qualche disabilità viene troppo spesso trascurato come se non ne avessero diritto anche loro.

Un po' come per la comunicazione, una volta che abbiamo garantito l'espressione delle necessità essenziali, tutta quella "comunicazione accessoria" di cui le nostre relazioni umane e sociali si nutrono diventa un lusso destinato a pochi. E questo non deve succedere, né per il gioco né per la possibilità di comunicare.

Tornerò sull'argomento scelta/modifica giocattoli un po' più in là (spero), con un post specifico che ho cominciato a scrivere un po' di tempo fa. Oggi mi interessa annunciare il regalo che l'Officina vuole fare a tutti i grandi e i bambini che ci leggono per questo Natale: la versione italiana del domino realizzato da Carmen Fernández Cacho con i pittogrammi disegnati da Sergio Palao per ARASAAC.

Stampandola su cartoncino e plastificandola, potrete avere un bel gioco da tavolo da utilizzare in classe e a casa, in maniera da favorire la relazione con i pari (ma anche con gli adulti che ti chiedono. "Ma come posso giocare con lui/lei?") e far sperimentare l'utilizzo dei pittogrammi anche a chi non li usa per comunicare.

In questa maniera, si può scoprire come la +s che c'è in alto a destra di alcune immagini rappresenta il plurale e, magari, lo si riconoscerà più facilmente quando lo si vedrà in un testo scritto in simboli o in una tabella di comunicazione.

Insomma. non ci dimentichiamo che senza partecipazione non c'è comunicazione e senza comunicazione non c'è inclusione... ma che ve lo dico a fare? Se siete qui a leggere, vuol dire che almeno un po' la pensate come noi. Qui sotto trovate i link ai pdf da stampare. Buon divertimento!


sabato 16 novembre 2013

Io sono... Jacopo

In un periodo in cui si parla di didattica inclusiva per massimi sistemi, senza preoccuparsi troppo di spiegare realmente di cosa si parla né di quali risorse e competenze ci vogliano per modificare/adattare/semplificare/personalizzare metodologie e materiali, noi dell'officina abbiamo fatto (e continuiamo a fare) qualche esperimento.

Uno di questi è stato la trasformazione di una semplice scheda (compresa tra le prove di ingresso per la prima), in cui il/la bambino/a "con sviluppo nella norma" avrebbe dovuto rappresentarsi con un disegno e completare la frase "IO SONO..." con il proprio nome. Ovviamente un bambino non verbale, che non disegna e non scrive ancora (per di più autistico), non può usufruire in nessuna maniera di una prova strutturata in questo modo, però è interessante capire come sia possibile trasformarla in maniera che il formato e gli obiettivi siano adeguati a modalità percettive e a stili di apprendimento specifici.

La scheda iniziale era questa

 e noi l'abbiamo trasformata in quello che vedete sotto. Scoprite le differenze ;)