lunedì 12 dicembre 2016

"L'abbecedario" di Jacopo



Come vi sarà semplice immaginare, insegnare a leggere e a scrivere a una persona con Bisogni Comunicativi Complessi non è una priorità per l'editoria scolastica. Del resto, non saprebbero da che parte cominciare...

Non è stato facile neanche per me che sono una maestra. Quando non si riesce a produrre il fonetico, le condizioni cambiano. Però non ci arrendiamo mai, nonostante tutte le variabili che non si riescono a controllare :)

Sono qui a condividere il primo "libro di lettura" di Jacopo. Seguiranno una serie di attività a esso correlate. Per ora, condivido solo la versione web, così eventuali modifiche dell'ultimo momento vi saranno notificate subito.

La possibilità di utilizzare le illustrazioni di #Soyvisual è stato fondamentale. Grazie.

L'ebook, per il momento, lo trovate solo qui. Appena pronti, condividerò ePub e PDF.

Buona notte :)

martedì 8 marzo 2016

lunedì 7 marzo 2016

Simboli ARASAAC dei negozi (adattati all'italiano)

A Jacopo piace molto andare a fare la spesa... Di conseguenza, condivido qui l'adattamento dei simboli ARASAAC per il contesto italiano. Buone spese! ;)

Aggiornamento: i negozi "in italiano" li trovate anche sul portale ARASAAC a questo indirizzo http://arasaac.org/materiales.php?id_material=1323












Riconoscimento dettagli di un'immagine

Qui di seguito, il mio adattamento del materiale di CEE A BARCIA disponibile su http://arasaac.org/materiales.php?id_material=1297
Queste sono solo le prime due versioni. Ne prevedo un'ulteriore con la possibilità di selezionare (da parte del docente/educatore) i contenuti e la consegna. Richiedendo più tempo di lavoro (che al momento non ho) dovrete avere un po' di pazienza... :)

Per chi ancora non le conosce, colgo l'occasione di segnalare queste fantastiche buste trasparenti con pennarello riscrivibile della Learning Resources, che a Jacopo piacciono molto e che permettono di riutilizzare più volte lo stesso materiale cartaceo, senza doverlo stampare ogni volta.




giovedì 3 marzo 2016

L'autismo non è una bolla, l'autismo non è una bolla, l'autismo non è una bolla...


Come madre che vive lo spettro autistico a 360°, non posso non stigmatizzare come inaccettabile la campagna di comunicazione commissionata dalla Rai in occasione della Giornata mondiale della consapevolezza sull'Autismo, addirittura candidato "agli Oscar della televisione". Il messaggio è altamente fuorviante e offensivo nei riguardi di noi genitori, nonché di noi madri in particolare.
Non abbiamo bisogno che sia la RAI a spiegarci "che dobbiamo metterci il cuore", come ha scritto Nicoletti, perché non abbiamo bisogno di essere riportate sul banco degli imputati e non c'è nulla che non vada nel nostro rapporto con loro.

Nel libro edito di Adam Feinstein (Uovonero),
appassionanti le pagine dedicate all’influenza del pensiero di Bruno Bettelheim e del suo celebre volume “La fortezza vuota”, dato alle stampe per la prima volta nel 1967. Quel libro, che ratificò il concetto di madre frigorifero, accusava i genitori di essere responsabili dell’autismo dei propri figli. In breve il trattato divenne un best-seller, la cui dolorosa influenza ebbe una ripercussione mondiale, ancora oggi lungi dall’essere cancellata. Ma l’opera di Bettelheim andò molto oltre: per lui l’autismo era una malattia che si poteva curare solo separando i bambini dai genitori. Una pratica concretamente attuata nella Orthogenic School, dove i piccoli vivevano lontano dalle famiglie. Dopo la morte del luminare, la residenza divenne oggetto di critiche da parte dei sui stessi ex allievi, i quali raccontarono di aver subito violenze sia fisiche che psicologiche.
Ci vollero anni per assolvere definitivamente i genitori, e in alcuni contesti l’accusa è ancora dura a morire.. 
Questo spot non serve né alla conoscenza né alla comprensione dell'autismo ma è chiaramente finalizzato a fare audience, facilitando quella lacrimuccia liberatoria per sentirsi la coscienza a posto nelle giornate "dedicate".

No. L'Autismo non è una bolla, scrive Wolfgang.
Ci sono bambini chiusi e con poco interesse sociale e bambini che si chiudono perché sono quasi "senza pelle" nei confronti del mondo. Ci sono bambini che sono aperti al mondo ma comunicano e interagiscono goffamente. Ci sono bambini che hanno una percezione differente del mondo. Ci sono bambini che lo elaborano in modo differente e bambini che lo elaborano bene ma hanno difficoltà a condividere quello che pensano. Ci sono bambini... ci sono infiniti modi in cui essere autistici e infiniti modi in cui l'autismo si manifesta.
Ma non c'è nessuna bolla e nessun bambino nella bolla.
Sono le famiglie che vengono confinate nella bolla dell'indifferenza sociale, sole a supplire tutto ciò i cui necessitano i loro figli.

Siamo noi rinchiusi nella bolla, quando ci spedite da un ufficio all'altro a combattere a suon di carte bollate per i diritti dei nostri figli nell'indifferenza generale.

Siamo noi rinchiusi nella bolla, quando la scuola respinge i nostri figli, incapace di dare una risposta ai loro bisogni e ci affronta come avversari da tacitare durante i GLH, ergendo barriere che ci fanno sentire ancora più soli.

Siamo noi rinchiusi nella bolla, quando andiamo a lavorare senza aver dormito e lavoriamo e studiamo fino allo sfinimento perché la famiglia è condannata a "prendersi in carico" da sola.

Siete voi che ci rinchiudete in una bolla. Perché è più comodo così.

venerdì 5 febbraio 2016