Richiedi ciò che le tue aspettative ti dicono sia normale, e tu troverai frustrazione, disappunto, risentimento, e magari addirittura rabbia ed odio. Avvicinati rispettosamente, senza preconcetti, e aperto ad apprendere nuove cose, e tu troverai un mondo che non avresti mai potuto immaginare.
Jim Sinclair, Don't mourn for us [trad. Wolfagang]
“Ho scoperto nel corso degli anni che il mio modo di percepire le cose differisce da quello dei comuni mortali. Ad esempio, quando mi trovo di fronte a un martello, inizialmente non sono assolutamente di fronte a un martello, vedo soltanto un insieme di pezzi che non hanno alcun rapporto fra di loro. Posso notare un pezzo di ferro e nelle vicinanze, per pura coincidenza, una barra di legno; dopodiché rimango colpito dalla coincidenza, e questo sfocia nella percezione di un martello. Infine la funzione del martello mi viene in mente quando realizzo che questa struttura percettiva che si è presentata nella mia mente può essere utilizzata per lavori di falegnameria.” [da "Conoscere l'autismo" di Theo Peeters, pp.9-10]
La sua descrizione ci permette di capire come LUI percepisce questo utensile, ma non ci permette di percepirlo nella stessa maniera né di generalizzare che questa specifica modalità percepire un martello valga per TUTTE le persone autistiche.
Ogni persona autistica va scoperta nella sua singolarità e questo richiede che tutte le persone che interagiscono con essa conoscano le caratteristiche dell'autismo per imparare a comunicare e agire in maniera adeguata.
Non potendo partire da un bagaglio di significati condivisi, occorre avere la forza e l'apertura mentale di crearli, scoprirli e condividerli ex novo.
Ovviamente questo è indispensabile per gli adulti (familiari, insegnanti, educatori...) ma non meno per i compagni di classe (nel periodo scolastico) e/o i colleghi di lavoro (e sì! Dico LAVORO...).
Per quanto riguarda, la scuola, segnalo questo preziosissimo link di Autismo Sardegna, in cui vengono presentate una serie di attività ed esperienze (proposte dalla Division TEACCH) per educare i bambini non autistici alla scoperta delle differenze e per incoraggiare l'empatia.
L'ho trovato veramente interessantissimo e illuminante! E voi che ne pensate?
Un'ultima precisazione: io parlo di persone autistiche e non di persone con autismo perché ho imparato ad avere consapevolezza che l'autismo non è qualcosa che "si attacca" alle persone ma le costituisce, come insegnano gli autistici stessi. Come genitore preferirei dunque sentir parlare di persone con una condizione dello spettro autistico ma è pur vero, ve lo assicuro, che in questo momento mi accontenterei di molto meno...
Ogni persona autistica va scoperta nella sua singolarità e questo richiede che tutte le persone che interagiscono con essa conoscano le caratteristiche dell'autismo per imparare a comunicare e agire in maniera adeguata.
Non potendo partire da un bagaglio di significati condivisi, occorre avere la forza e l'apertura mentale di crearli, scoprirli e condividerli ex novo.
Ovviamente questo è indispensabile per gli adulti (familiari, insegnanti, educatori...) ma non meno per i compagni di classe (nel periodo scolastico) e/o i colleghi di lavoro (e sì! Dico LAVORO...).
Per quanto riguarda, la scuola, segnalo questo preziosissimo link di Autismo Sardegna, in cui vengono presentate una serie di attività ed esperienze (proposte dalla Division TEACCH) per educare i bambini non autistici alla scoperta delle differenze e per incoraggiare l'empatia.
L'ho trovato veramente interessantissimo e illuminante! E voi che ne pensate?
Un'ultima precisazione: io parlo di persone autistiche e non di persone con autismo perché ho imparato ad avere consapevolezza che l'autismo non è qualcosa che "si attacca" alle persone ma le costituisce, come insegnano gli autistici stessi. Come genitore preferirei dunque sentir parlare di persone con una condizione dello spettro autistico ma è pur vero, ve lo assicuro, che in questo momento mi accontenterei di molto meno...