mercoledì 15 novembre 2023

Sulla soglia...



Dall'ultimo post in cui annunciavo il ritorno a scuola di Jacopo, ho cautamente taciuto su come stesse andando perché le variabili in gioco erano (sono) troppe e il percorso è lungo, complesso e in salita... ma almeno c'è bel tempo e abbiamo recuperato compagni di cordata :)

Qualche giorno fa, scrivevo:

Di questo faticosissimo (per me) percorso di reinserimento scolastico potrei raccontarvi tutte le piccole e grandi conquiste che siamo riusciti a fare, proprio nel momento in cui temevo che non saremmo più riusciti a recuperare la fiducia di Jacopo negli adulti che lo circondano.

Raramente ho vacillato nella convinzione delle sue capacità di recupero (la sua storia scolastica è punteggiata di tanti stop-and-go) ma, dal lockdown in poi, coinciso con il passaggio alla secondaria e la scomparsa di tanti punti di riferimento, è stato un avvitamento inarrestabile, culminato con la "resa" all'istruzione parentale.

Il minor male possibile in quel momento ma pur sempre una scelta che certificava una sconfitta.

Abbiamo ripreso fiato e coraggio... e siamo tornati. Nella stessa scuola che avevamo abbandonato, con nuovi docenti e nuova Dirigente. Nello stesso luogo...

Quanto sia complicato modificare il comportamento di una persona autistica in un ambiente che ha "modellato" le sue risposte comportamentali in un certo modo, ve lo lascio immaginare.

Però l'altro giorno Jacopo ha accettato di tornare in aula, anche se vuota. Dirlo così sembra facile o riduttivo ma c'è voluto un lungo e attento percorso perché non si aggrappasse allo stipite della porta.

Prossimi obiettivi: aula piena a piccole dosi.

Oggi è stato il giorno in cui abbiamo provato a fare il "grande salto" e a convincere Jacopo a fare almeno un'attività in classe con la presenza degli altri compagni, a cui è stato presentato con il suo "passaporto" e per il cui evento il prof ha scritto un'apposita storia sociale.

Nel momento in cui scrivo, non conosco i particolari ma mi è bastata una foto per capire com'è andata e sorridere sulla mediazione che il prof è riuscito a fare: banco in aula e Jacopo seduto in corrispondenza della soglia della porta. Mi riscalda il cuore vedere la caparbietà di entrambi nel trovare sempre una terza via...

Quando abbiamo ricominciato la scuola a settembre, Jacopo era in uno stato che - sui manuali - viene descritto come "impotenza appresa": nessun tipo di collaborazione, rifiuto dei simboli, rifiuto di ogni comunicazione che non fosse strettamente legata a bisogni essenziali e ristretti e/o con estranei al nucleo familiare. Io ero emotivamente annichilita.

Nelle note della famiglia allegate al verbale dell'ultimo tavolo di rete in cui ci riuniamo per Jacopo e con cui abbiamo pianificato il suo ritorno a scuola, sottolineavo:

Parallelamente al periodo di pairing scolastico, anche a casa ci siamo messi “in ascolto” di Jacopo, curando in particolare l’anticipazione degli eventi e il suo coinvolgimento costante in ogni decisione che lo riguardasse nonché negli avvenimenti casalinghi. Abbiamo cioè cercato di dimostrare a Jacopo che poteva influenzare la sua vita e che la sua “voce” aveva un peso.

Questo significa "contrattare" e cercare mediazioni. Con rispetto e senza stancarsi, lavorando e impegnandoci tutti "a testa bassa e con Jacopo nel cuore".